Wounds

Hello, my name is.......

“When you change your name
You change your fate as well.”
Alice Hoffman

Today we will go through the second point of the Thought Control chapter of the BITE model.

Change person’s name and identity
 
Changing names was a very important practice in the Focolare Movement. I say was because after Chiara's death, the next president Emmaus, made it clear that this was a practice from Chiara's era and not anymore.
Giving new names was something that started in the early days of the Movement. Chiara changed her own name from Silvia to Chiara and then she started to name others. Eli, Fede, Chiaretto, Foco, and many others were renamed. What is striking, is that Chiara's "first companions" were all addressed by their own name and even if they had a different “new” name, it was not used frequently. The only one I know of was Natalia Dallapiccola who was called "Anzolon" which means "big angel" in the Trent dialect.
 
But back to naming. Many have asked Chiara for a new name; others have received unsolicited. I know of a few who got one and couldn't do anything with it. The name with its meaning then remained a "program" that you kept to yourself. Because what do you do if you were given "Athenogoras" as a name? Others were given names that were verbs, nouns or adjectives.
"Hello my name is Sprint." "Oh, I still have to call Dono." "Luminosa is coming tomorrow."
And if Chiara, or whoever came up with the names, ran out of inspiration, your own name was confirmed or you got a piece stuck to it: "John di GA". (GA stands for Jesus Forsaken in Italian)

And then there were those who got a new name that made her/his family very sad. Their own name was given with so much love and now it was just thrown overboard. I never dared to tell my parents that Chiara had given me a new name. But eventually I found out that they knew it anyway but they didn't want to talk
about it.
 
But besides a new name, there was also something else. Chiara also gave people a "Word of Life". A sentence from the bible that you could see as a guideline for your life. Also, a custom that is no longer practiced after Chiara's death. Together with the name it gave you a "life program". At least that's what was behind it.

A new name and biblical phrase; it had to make you the new person who had started a new life. But it also made you throw your own identity overboard.
Let's be clear, multiple types of identity come together within an individual and can be broken down into the following: cultural identity, professional identity, ethnic and national identity, religious identity, gender identity, and disability identity.

Our names are an incredibly important part of our identity. They carry deep personal, cultural, familial, and historical connections. They also give us a sense of who we are, the communities in which we belong, and our place in the world.
So to change one's name is to deny one's original identity. You now belong to a different tribe. You are no longer who you were.
 
Change person’s name and identity? 
 

Ciao, il mio nome è…….
 
Oggi esamineremo il secondo punto del capitolo Controllo del Pensiero del modello BITE.

Cambia il nome e l'identità della persona
 
Il cambio di nome era una pratica molto importante nel Movimento dei Focolari. Dico "era" perché dopo la morte di Chiara, il presidente successivo, Emmaus, ha chiarito che questa era una pratica dell'epoca di Chiara e non più.
Dare nomi nuovi è stato qualcosa che è iniziato nei primi tempi del Movimento. Chiara ha cambiato il suo nome da Silvia a Chiara e poi ha iniziato a nominarne altri. Eli, Fede, Chiaretto, Foco e molti altri furono ribattezzati. Quello che colpisce è che le “prime compagne” di Chiara erano tutte chiamate con il proprio nome e anche se avevano un nome “nuovo” diverso, non veniva usato frequentemente. L'unica che conosco è Natalia Dallapiccola che si chiamava "Anzolon" che in dialetto trentino significa "grande angelo".
 
Ma torniamo alla denominazione. In tanti hanno chiesto a Chiara un nuovo nome; altri hanno ricevuto non richiesti. Conosco alcuni che ne hanno preso uno e non hanno potuto farci niente. Il nome con il suo significato poi è rimasto un "programma" che hai tenuto per te. Perché cosa fai se ti viene dato "Athenogoras" come nome? Ad altri venivano dati nomi che erano verbi, sostantivi o aggettivi.
"Ciao mi chiamo Sprint." "Oh, devo ancora chiamare Dono." "Luminosa arriva domani."
E se Chiara, o chi inventava i nomi, rimaneva senza ispirazione, il tuo stesso nome veniva confermato o ci appiccicava un pezzo: "John di GA". (GA sta per Gesù Abbandonato)

E poi ci sono stati quelli che hanno avuto un nuovo nome che ha reso la sua famiglia molto triste perché il proprio nome era stato dato con così tanto amore e ora era semplicemente gettato via. Non ho mai osato dire ai miei genitori che Chiara mi aveva dato un nome nuovo. Ma alla fine ho scoperto che lo sapevano comunque ma non volevano parlarmene.
 
Ma oltre a un nuovo nome, c'era anche qualcos'altro. Chiara ha dato alle persone anche una "Parola di vita". Una frase della Bibbia che potresti vedere come una linea guida per la tua vita. Inoltre, usanza che non è più praticata dopo la morte di Chiara. Insieme al nome ti ha dato un "programma di vita". Almeno questo è ciò che c'era dietro.

Un nuovo nome e frase biblica; doveva renderti la nuova persona che aveva iniziato una nuova vita. Ma ti ha anche fatto gettare a mare la tua identità.
Intendiamoci, all'interno di un individuo confluiscono molteplici tipologie di identità che possono essere suddivise in: identità culturale, identità professionale, identità etnica e nazionale, identità religiosa, identità di genere, identità della disabilità.

I nostri nomi sono una parte incredibilmente importante della nostra identità. Portano profonde connessioni personali, culturali, familiari e storiche. Ci danno anche un'idea di chi siamo, delle comunità a cui apparteniamo e del nostro posto nel mondo.
Quindi cambiare il proprio nome significa negare la propria identità originaria. Ora appartieni a un'altra tribù. Non sei più quello che eri.

Modificare il nome e l'identità della persona? 
 
Il testo italiano è stato tradotto con Google Translate.
Photo - pgmcmahon        

Comments

  1. Certo che Silvia/Chiara era molto ingenua e non avrebbe mai sospettato che questi giochetti da bambini avessero simili implicazioni. Lei era convinta che il suo messaggio, il modo in cui lei aveva capito il vangelo, avrebbe dovuto riformare tutta la chiesa e informare di questa novità tutto l'umanità. Per cui, forte delle parole di san Paolo sull'uomo vecchio e uomo nuovo («Se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove» - 2Cor 5,17) ha cominciato questa tradizione dei nomi "nuovi" e delle parole di vita. Solo che poi, vuoi per ingenuità, vuoi per autoreferenzialità, per un pizzico di vanità, la cosa le é sfuggita di mano, provocando incidenti imbarazzanti come con i nomi "Chiaretto" (ossia Don Pasquale Foresi il co-presidente) , "Chiarama", ecc... ossia una manifestazione di sé stessa proiettata negli altri. E anche in questo caso, dispiace dirlo, si assiste al silenzio della chiesa, che avrebbe dovuto porre qualche distinguo in più. Bisogna tenere poi in considerazione l'aspetto antropologico di questa faccenda. Il nome viene scelto e dato dai genitori, da cui proviene la "vita" del nascituro. Si entra così nella semantica del "dare la vita", nel rapporto tra genitori e figli, ecc... Permettersi di rinominare qualcuno significa appropriarsi di questo ruolo di genitore, e avere la pretesa di "generare", sbilanciando così in partenza il rapporto che si potrà avere con questa persona. Infatti si sprecano le canzoni scritte per Chiara dove la si ringrazia di aver donato la vita. Insomma un bel pasticcio emotivo, relazionale e spirituale che metà basterebbe.

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  2. A Chiara cantavamo e tante canzoni ricordate ora rendono l'idea di quanto questa donna aveva fatto presa su tutti noi :
    Un esempio, ma ce ne sarebbero tanti... un pezzo che le cantavamo:
    "Come dirti con le parole, l'infinito che hai messo in noi, nelle tue mani la vita si trasforma.
    Come poter ridonarti quell'amore che tu ci dai, quel soffio col quale tu ci fai altre te.
    E vorremmo inventare per te un grazie che nessuno ha udito mai,
    l'amore che tu ci dai nessuno al mondo ci ha dato mai..."
    Poi molti canti che gli esterni al Focolare pensavano dedicati a Maria, alla Madonna noi invece, sotto sotto li indirizzavamo a Chiara Silvia Lubich, che si lasciava venerare come la Vicaria di Maria sulla terra, senza mai reagire correggendo e modificando il tiro. Non poteva, perchè nel suo paradiso 49, aveva capito che realmente lei era un'altra Maria. Lo afferma in una meditazione che anche i Vescovi e Cardinali hanno letto superficialmente, probabilmente, ma per la Lubich e per tutti noi era "sine glossa": "La voglio rivedere in te" ecc...ecc...ecc...

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    1. Giurin giureta in quegli anni ero convinto che fossero dedicati a Gesù o Maria e lo sono stato sino a ora

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  3. Ce ne ricordiamo uno fantastico dato negli anni 70 ad un gen della Sardegna B.P. Chiara lo ribattezzò "Imandar".

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  4. Alcuni erano francamente ridicoli e imbarazzanti !

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