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"If you want to change the way
that people respond to you,
change the way you respond to people."
Timothy Leary
The fifth part of Relational Wounds is about Social Interaction.
It's a big and broad point. And perhaps not as specifically named as the past four parts. Let's first see what social interaction means.
Social interaction is the process of reciprocal influence exercised by individuals over one another during social encounters. Usually it refers to face-to-face encounters in which people are physically present with one other for a specified duration. However, in contemporary society we can also think of social encounters that are technologically mediated like texting, skyping, or messaging. In terms of the different levels of analysis in sociology–micro, meso, macro, and global–social interaction is generally approximated at the micro-level where the structures and social scripts, the pre-established patterns of behavior that people are expected to follow in specific social situations, that govern the relationship between particular individuals can be examined. However, as the sociological study of emotions indicates, the micro-level processes of everyday life are also impacted by macro-level phenomena such as gender inequality and historical transformations.
How do I interact in daily life, with my colleagues, when I am in a store, when I am at the doctor? The ordinary interactions of every day.
Even there you have to find your own person again when you leave the Movement. If you have always lived in an environment where you have learned that "we" have a monopoly on the truth. Where the outside world is looked down upon because THEY do not have such a great "Ideal" as WE have.
Then you have acquired many small behaviours that you will have to discover and change through trial and error.
Now, after therapy and learning to improve myself, I look back at how unworldly I was in life. How strange I was and reacted, for example at work. How I now understand how strange I was to my colleagues.
When I came to a new workplace due to relocations and, with the knowledge and experience in the post-movement era, I started to be and act differently and I saw what the reaction was from my colleagues. I understood how out of touch I was with reality all those years that I was part of the Focolare Movement.
And for the first time I experienced that I could be at home at work. Being part of a team and enjoying friendships with colleagues. Something I never had.
But the same goes for any place where healthy interaction is required of you. The sports club, the orchestra, your volunteer work or just in the church. You see yourself changing and perhaps notice for the first time in your life that you are part of a society from which you are not outside or even worse, where you are above everything and everyone.
For me it was stepping out of a bubble and seeing how simple living together is. I have felt more part of society in recent years than all those years in the Focolare Movement.
Ferite Relazionali – Interazione Sociale
La quinta parte di Ferite Relazionali riguarda l'interazione sociale.
È un punto grande e ampio. E forse non con nomi così specifici come le ultime quattro parti. Vediamo innanzitutto cosa significa interazione sociale.
L’interazione sociale è il processo di influenza reciproca esercitato dagli individui gli uni sugli altri durante gli incontri sociali. Di solito si riferisce a incontri faccia a faccia in cui le persone sono fisicamente presenti tra loro per una durata specifica. Tuttavia, nella società contemporanea possiamo anche pensare a incontri sociali mediati dalla tecnologia come mandare SMS, usare Skype o inviare messaggi. In termini di diversi livelli di analisi in sociologia – micro, meso, macro e globale – l’interazione sociale è generalmente approssimata al livello micro dove le strutture e i copioni sociali, i modelli di comportamento prestabiliti che ci si aspetta che le persone seguano in specifiche situazioni sociali, che regolano il rapporto tra particolari individui possono essere esaminati. Tuttavia, come indica lo studio sociologico delle emozioni, i processi a livello micro della vita quotidiana sono influenzati anche da fenomeni a livello macro come la disuguaglianza di genere e le trasformazioni storiche.
Come interagisco nella vita quotidiana, con i miei colleghi, quando sono in un negozio, quando sono dal medico? Le interazioni ordinarie di ogni giorno.
Anche lì bisogna ritrovare la propria persona quando si esce dal Movimento. Se hai sempre vissuto in un ambiente in cui hai imparato che “noi” abbiamo il monopolio della verità. Dove il mondo esterno è disprezzato perché LORO non hanno un "Ideale" così grande come lo abbiamo NOI.
Allora avrai acquisito tanti piccoli comportamenti che dovrai scoprire e modificare attraverso tentativi ed errori.
Ora, dopo la terapia e dopo aver imparato a migliorare me stesso, ripenso a quanto fossi fuori dal mondo nella vita. Quanto ero strano e ho reagito, ad esempio al lavoro. Come ora capisco quanto fossi strano per i miei colleghi.
Quando sono arrivato in un nuovo posto di lavoro a causa di traslochi e, con la conoscenza e l'esperienza dell'era post-trasloco, ho iniziato a essere e ad agire in modo diverso e ho visto quale è stata la reazione dei miei colleghi. Ho capito quanto fossi fuori contatto con la realtà in tutti questi anni in cui ho fatto parte del Movimento dei Focolari.
E per la prima volta ho sperimentato che potevo essere a casa al lavoro. Essere parte di una squadra e godere dell'amicizia con i colleghi. Qualcosa che non ho mai avuto.
Ma lo stesso vale per qualsiasi luogo in cui ti viene richiesta una sana interazione. Il club sportivo, l'orchestra, il tuo lavoro di volontariato o semplicemente in chiesa. Ti vedi cambiare e forse ti accorgi per la prima volta nella tua vita che fai parte di una società dalla quale non sei fuori o, peggio ancora, dove sei al di sopra di tutto e tutti.
Per me è stato uscire da una bolla e vedere quanto sia semplice vivere insieme. Mi sono sentito più parte della società in questi anni che in tutti questi anni nel Movimento dei Focolari.
Il testo italiano è stato tradotto con Deeple.
© Photo - Social Interaction
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Comments
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Sentirsi superiori agli altri...visto e purtroppo vedo, comunque confermo quello che tu hai visto da dentro io l'ho visto e vissuto anche fuori dal mov. si è ben tentato di portarlo anche fuori..non era un caso isolato era,è, prassi comune
ReplyDeleteGrazie Roho! 💖
ReplyDeleteHo letto con interesse. Mi sono venute in mente molte cose del "dopo" movimento. E sì, è stata una storia da rivedere. Grazie Roho🤗👋
ReplyDeleteConfermo con la mia esperienza vissuta... è un "lavoro di liberazione" e una presa di coscienza e conoscenza che occorre "non perdere" ... è presto fatto scivolare nuovamente nel sistema... Grazie per questa spiegazione teorica ed esperienziale tua Roho Ya Bure nella quale ritrovo la mia è di altre vittime di abuso di altre comunità che testimoniano (esempio ex membri della Comunità Loyola, ex Memores Domini di CL ecc... ecc...)... è un "virus" che toglie il respiro alla coscienza individuale e allo spirito critico che cerca libertà e la trova o ritrova per momenti... Libertà, Verità, Giustizia e Amore equilibrio molto precario nell' individuo e nella società al quale si tende per avere la Pace e raramente si sperimenta...ma nessuno ne può né deve credere e far credere di avere il monopolio... l'Abuso di Potere è sempre in agguato e di quello sì siamo tutti una volta vittime una volta carnefice...
ReplyDeleteIn "Se fosse un uomo" Primo Levi ha scritto : "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.”.
I met a priest who belongs to the Movement and his attitude towards some of his parishioners who were not part of the MOV puzzled me greatly - he once said of his parishioners "If they are lukewarm (in their faith) we don't want them." I thought, Jesus went after the lost sheep, isn't that what a pastor is supposed to do?!?! Reading this blog has helped me greatly to understand many of the behaviours of people in the MOV that I found very troubling. I am not a member of the MOV. Thanks for sharing your journey.
ReplyDeleteAnni fa accompagnai un foc da un altro perché questo voleva uscire dal mov...siccome questo era benestante si è tentato di farlo rimanere. Non lo so come la cosa sia finita, mi auguro che se ne sia andato...io so soltanto che sono stato in giro una giornata, spese di auto, benzina, autostrada, senza neanche mangiare a pranzo . Ma la provvidenza in quei anni aveva colpito ancora. Se sei rimasto nel mov mi sentirei male per aver favorito la cosa ...oggi dopo avere scoperto tutto quello che voi avete raccontato...ma molto prima ho visto anche io, ma all'epoca non sapevo ancora quanto la situazione fosse grave..oggi l'avrei lasciato in un area di servizio in autostrada...giuro che non lo farei mai e poi mai con un animale.. anche perché un cane non si approfitta di te.. foc/ne si..decine e decine di anni di esperienza Scusate la durezza del linguaggio
DeleteQuesto spaccato svela un grande bluff operato all'interno del Movimento dei Focolari, un bluff che ha permesso a tanti, a molti, forse non a tutti i 2 milioni di appartenenti al movimento, di vivere in una" nuvoletta" dove la percezione della realtà era alterata, dove la pretesa di essere superiori moralmente (almeno) al resto del mondo non ci faceva vivere una esperienza di rapporti veri con chi ci passava accanto, coi colleghi, coi familiari, con la società civile e le sue regole. E tanto più l'inganno era (o è) radicato, tanto più il distacco da questo mondo è stato un trauma. Un trauma che molti hanno elaborato col tempo, che altri stanno provando a superare, una cicatrice che rimane nel corpo e nella mente.
ReplyDeleteMa chi ha inventato questo mondo parallelo?
Proviamo ad immaginare se questo morbo fosse identificabile in una frase, questa:
VIVERE NELLA NUVOLETTA.
La "nuvoletta" in realtà è il controllo mentale degli adepti quando si trovano lontano dalla dirigenza del Movimento, e l'effetto del love bombing si attenua. Il grande timore è che siano gli altri ad influenzare l'adepto e a farlo rinsavire; allora si insiste sul fatto che "noi" abbiamo un ideale superiore e dobbiamo amare i poveri sfortunati che ci circondano... Non è un segnale di forza, ma di debolezza.
Delete"La nuvoletta" é un modo di esprimersi infantile davvero imbarazzante...
DeleteNon ho usato con una foc il termine nuvoletta..ma in compenso gli ripeto---ma tu dove vivi sul pianeta dei puffi rosa---
DeleteConcordo pienamente con il noi abbiamo un ideale superiore e amare gli altri-inferiori- ..sentiti sentiti ...in modo subdolo ma lo hanno detto..hai ragione è un segnale di debolezza ma nel contempo pieno di superbia e arroganza..tipico del fariseo al tempio che dietro una facciata di perbenismo era pieno di se stesso
DeleteNon lo so se la cosa colpisca anche foc più giovani, ma tra quelli al di sopra dei 60 anni a quanto pare imperversa ancora e lo affermo perché lo provo sulla mia pelle...continuano con i tentativi di manipolazione nei miei confronti e degli altri ..sempre pronti ad usare gli altri come se fossero marionette...non cambiano manco se glie lo urli in faccia che io non sono stato creato a suo uso e consumo..scappa ma domani torna la stessa persona..da quello che ho capito sul vostro sito si sente Gesù abbandonato...ecco dovresti sentirti tutto tranne quello
ReplyDeleteAbbiamo chiesto perdono per le nostre colpe- MdF- maaaa quando la smettete perché in realtà si continua...scusa diventa una parola vuota, buttata li per dare un contentino...qualche pesce vedrai che abbocca...mostratemi un vero dispiacere ..per il momento tra quello che dite e quello che fate vedo un abisso...la solita pula al vento, persone che hanno costruito la propria vita sulla menzogna pensate proprio che abbiano problemi a dire un banale scusa eee se lo dico è perché lo vedo ancora TUTTI i giorni..non un caso
ReplyDeleteA volte era difficile farsi capire da un focolarino perché non hanno delle esperienze normali della gente normale. L´unico contatto di loro con il mondo reale era attraverso il loro lavoro, ma loro non sono delle persone che fanno "carriera" o che lavorano per potersi pagare le spese (come noi normali), anzi loro vanno controcorrente per dare esempio a noi, allora le loro esperienze sono limitate. Tanti di loro hanno la possibilitá di cambiare lavoro se l´ambiente non é morale o etico, ma noi persone normale non possiamo fare lo stesso.... a noi non ci arriva la Providenza (l´aiuto economico dal centro dell´Opera- al meno fino gli anni 90 funzionava cosí se un focolare aveva bisogno di soldi). Un focolarino (o focolarina) non sa cosa é restare senza soldi e non potere pagarsi il cibo, l´affitto, sopportare il bullying dei compagni o del capo fino alla pensione, ecc. Certo, é vero che anche nei focolari dei paesi poveri puó essere all´inizio difficile, ma sempre alla fine a loro arriva la Providenza da Roma o dalla gente della loro comunitá. E anche negli aspetti umani loro non hanno esperienze né la capacitá. Loro dopo lavoro (se lavorano) ritornano al focolare e si buttano a farsi uno con la comunitá, cioé un sacco di gen, volontari, aderenti ecc che cercano la loro attenzione (psicoterapia gratuita), e lí loro devono distribuire anche il tempo con ognuno o con ogni compito di focolare. Il lavoro di focolarino é molto stancante, quindi loro non possono approfondire con ogni problema (farsi uno) perché umanamente é imposibile. Arrivare a casa dopo un giorno di lavoro stressante, chiudere la porta e mettersi sulla nuvoletta é un mezzo di sopravvivenza per un focolarino/a. Io fu una gen degli anni 90 e per le gen della mia epoca essere sulla nuvoletta non era capito, per noi era una cosa buffa, molto nobile, bella, poetica ma da ridere. Penso che anche il grave sia che neppure ci rendevamo conto le incoerenze del suo discorso.
ReplyDeletePosso assicurarti...ancora oggi neanche io riesco a capire certe persone..non tutti ma tantissimi, ancora oggi alcune foc ti dicono una cosa ma pensano, fanno il contrario e tu resti sempre li come uno scemo, indeciso se sei sordo o tonto. Non lavorano per far carriera fuori ma ti assicuro che lo fanno dentro il mov, te lo confermo perché certe persone le ho davanti ai miei occhi. Hanno la provvidenza ma non usano MAI quella interna quella NON si tocca andrebbe ad intaccare privilegi di certe persone..Alcune foc che oggi spendono e spandono negli anni scorsi si sono fatte comprare cose indispensabili, le loro cape non vi hanno minimamente pensato..hanno provveduto quelli fuori e ve lo dico perché mia moglie ha provveduto (con anche i MIEI soldi) a lei. Che volete la provvidenza usa strade sconosciute...ma passa sempre da casa mia...eee io NON sono foc, ma a quanto pare la provvidenza interna se ne può tranquillamente fregare se io devo lavorare anche di notte purché io non tolga certi privilegi ad alcune persone. Ps. ho scoperto tra le altre cose che mia moglie lo faceva di nascosto... naturalmente togliendo alla famiglia a me e ai figli..non sono morto di fame ho solo lavorato un sacco di più per permettere a certa gente di non fare un .....
DeleteHo conosciuto figure profetiche contemporanee che hanno saputo veramente perdersi tra la gente e portare l'amore che viene da Xsto. Ad esempio Tonino Bello, ora santo, che condivideva con tutto il cuore la sofferenza umana. Nel vescovado di Molfetta ospitava chi non aveva casa e con loro condivideva il cibo e non solo.
ReplyDeleteQuante volte mi sono chiesta perché Chiara L. non avesse la porta della sua casa aperta a chi ne avrebbe avuto la necessità. Neppure per chi faceva parte del suo stesso movimento... Se io avessi suonato alla sua casa, cosa sarebbe successo? Mi avrebbe detto: "Vieni a pranzo con noi?"
Una volta mi è capitato di bussare alla porta, per necessità, al focolare a cui facevo riferimento e... io mi aspettavo di condividere con loro la cena, magari un panino, visto che venivo da un incontro e stavo per andarne ad animare un'altro con la chitarra, su loro "richiesta" e invece... non solo non ho mangiato niente ma mi è stato fatto un " purgatorio" ( quando ancora non sapevo cosa fosse) al punto da non riuscire quasi a respirare per quanto piangevo disperata. Mi è stato " chiesto " poi di fingermi raffreddata ( avevo gli occhi gonfi che sembravo una rana...) E in quello stato sono dovuta andare a cantare all'incontro di quel "dopocena" senza cena...
In un certo periodo della mia gioventù andavo quasi tutti i pomeriggi in focolare. A volte preparavo anche la cena. Ad una certa ora una focolarina con un bel sorriso mi faceva capire che dovevo andarmene ,la capofocolare sarebbe arrivata e non bisognava disturbarla . Mai ricevuto un invito a cena .
DeleteQuando sei qui con noi sentiti come a casa.....di un altro..come una cameriera lavora pure...ma poi quando esci chiudi la porta...e nel caso lascia pure un offerta per il lavoro che ti abbiamo permesso di fare
DeleteHo fatto un po di lavori per dei/delle foc ..tempo, fatica, soldi, materiale vario sottratti al mio interesse personale..cioè a ciò che volevo fare per me...alla fine hanno ringraziato..la provvidenza. NOOOO!!!! la provvidenza non ha lavorato sette giorni alla sett. e anche di notte per poter finire il mio, pagare le spese e il materiale..mi sono dovuto arrangiare, grazie PROVVIDENZA, AAA una foc mi ha fatto anche lei un favore poi m.. le ha fatto un offerta facoltaobbligatoria, come disse Gesù.. date e vi sarà preso
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